lunedì 10 agosto 2009

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1 Agosto 2009




Non C’è che dire, il tempo passa…diciamo che potrebbe volare, ma purtroppo passa in modo moderato, ne lento ne veloce…Undici giorni ed il mio mezzo tornerà ad essere intero. Potrei forse godermi meglio le cose, mi rimprovero di essere più serena, di “fregarmene”, ma purtroppo, e lo scrive una vagabonda di sentimenti, un’anima libera come il vento: quando ci si innamora veramente, quando passa quello là, che vi prende al cappio, e vi mette le manette più comode e si appresta a farvi le più dolci torture, veleno zuccherino, pace dei sensi…che schifo, non mi riconosco più nemmeno io, tutta questa brodaglia di parole per farvi intendere di quanto inspiegabilmente l’amore cambi i la materia grigia contenuta all’interno del cranio, le decisioni e conseguentemente la direzione che la vostra vita si era prefissata.



Piano piano le vie iniziano ad acquisire familiarità, e le persone assumono la fisionomia propria del loro carattere, di modo che possa riconoscere la viziata, che inizialmente si celava dietro spontaneità, lo zozzone pigro, il ciancione, la timida. Piano piano tutto assume una forma, un’identità.
Ho trovato lavoro al ristorante italiano Panta Rei, è buffo di come il destino a volte giochi con i nomi, un nome che negli ultimi mesi è stato a me tanto caro. Se ne sono strafottuti di passaporti e visti, e mi hanno gia messa in prova. Appena arrivata mi sono resa conto che la concezione del cameriere che avevo sempre avuto è sfumata in un altro ruolo. Dei negretti (indiani) apparecchiano e sparecchiano, portano le bevante…ed il cameriere quindi?
“Prende gli ordini, li inserisce nel computer…ma soprattutto deve leccare il culo il più possibile al cliente!Qui ci si gioca i tavoli, qui funziona tutto a tips(mance), se vuoi portarti a casa qualcosa sii così carina che ti possano lasciare anche più del 20%di mancia” mi illustra Sara, ragazza a cui sono stata affiancata per il mio periodo di training.
Il posto è friendly, sembra (almeno di primo impatto) che nessuno voglia fare del male a nessuno. Forse la maggior parte del personale è pettegolo, ma la maggior parte del personale è italiana ,quindi è tutto un dire…
E che aggiungere se non SPERIAMO PER LA MIA INCOLUMITà, sarebbe davvero nice iniziare a fare un po’ di soldini…anche perché miss manibucate-I love shopping ha intenzione di raggiungere l’obbiettivo dell’indipendenza economica(huahahahahahhua…non ce la farai mai!...Non dire così smettila!).


Ieri qualche ora prima di essere selezionata ,incontro sul bus Lorenzo, un cameriere del locale, una sorta di freackkettone/cappellaio matto di alice in wonderland, il quale mi da un paio di dritte su come affrontare il colloquio ,mi guarda dritta negli occhi
:”mmm vediamo, no tu non sembri una stronzetta…cioè, magari lo sei, ma non lo sembri…insomma, con A., il proprietario, …devi…”
Ed inizia a raccontarmi che lo devo lasciare parlare, che devo fargli credere che sia lui a prendere le decisioni, …cose per me abbastanza ovvie e scontate, ma gli sorrido e lo ringrazio, simpatico quello strano tipo. Ad un certo pt grido: “Ho perso market street?!?” Lui scoppia in una sonora risata mi dice “Mi fai morire, non ti preoccupare, non perdi niente qui a sanfrancisco!” e mi stampa un bacio in testa, poi mi parla di Height St, il luogo in cui avevo deciso di recarmi: “Non puoi non fermarti a vedere l’orologio fermo alle 4:20!”
“L’orologio fermo alle 4:20??” “Come??vuoi dire che non ne hai mai sentito parlare??”

1 commento:

  1. ...abbi comunque almeno otto occhi!!!
    com'è la storia di questo orologio?

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