mercoledì 29 luglio 2009

CINA



29 Luglio 2009




Ma parliamo di cose più interessanti: i cinesi (ok, iniziato cosi farebbe passare la voglia anche a me)
Parliamo del mio breve tragitto con il Bus30 per andare in MissionDistrict. L’autobus deve attraversare Chinatown, e dopo pochi minuti di pecorso, iniziano a salire ondate di cinesi.
Cerchiamo di tracciare in modo lucido ed imparziale il profilo di queste creaturine premettendo però che: io odio i cinesi.
Salgono con alterigia sul bus, una vecchia dall’odore di stracchino e dalla permanente bluette mi chiede se si può sedere al mio posto, e lo fa con arroganza. Prego subito che il buon dio le faccia cadere tutti i denti.
I cinesi arrivano in silenzio, occupano territori come parassiti. I cinesi puzzano, non curano il loro aspetto, perché al cinese non importa, he don’t care, ed ama farti sapere che non gliene frega un cazzo del tuo disprezzo. Automi dediti al lavoro. Il cinese non ride mai, questa mattina, mentre Marco preparava una deliziosa quanto estremamente pesante colazione Messicana (e mi parlava del Messico, ma per questo sarebbe necessario un altro post), mi ha detto che i cinesi ridono interiormente (gliel’ha detto un cinese). Ok, perfetto, anch’io sono introspettiva, ma una cazzo di sana risata se la potrebbero fare. E’ passato per il mio cervello bacato, ieri, mentre li scrutavo quasi fossero una commistione fra alieno e cacca, che la tristezza degli uomini (CINESI)fosse dovuta al fatto di avere il pisello piccolo, e quella delle donne(CINESI), al fatto di avere un consorte con il pisello piccolo…ma lasciamo stare questa parentesi.




Finalmente arrivata nella Mission, mi sono resa conto che lo stile della mia casa è così fantastico perché lo stile di sanfrancisco è così fantastico. Negozietti wonderland ovunque, mobili, abiti ed usato a prezzi mai visti. Mi sono persa fra quelle vie, ricoperte di magnifici murales, inghiottita da colori, da energia positiva. Architetture raffinate dalle tinte folli, ispirazioni per i miei dipinti e per i disegni con cui prossimamente colorerò la mia pelle.
Prima di iniziare con lo shopping sfrenato ed i tatoo ho però bisogno di un lavoro …

CANDY



29 Luglio 2009

Guardate la foto sopra riportata e ditemi come posso io credere anche lontanamente di stare a dieta in questa città. Questa meraviglia nonché esplosione di gusto è solo parte delle colazioni che prepara Tasha. Ama cucinare…e sssera capito!
Non dovrebbero chiamarli Usa, ma USS (United States od Sugar), state bene in guardia, grassi e zuccheri vi attendono dietro l’angolo.
Giusto un paio di giorni fa, mentre lavavo i panni alla Laundry (sisi, proprio come nei migliori film americani, solo che anziché incontrare Josh Hartnett, ti becchi 3 vecchi cinesi, una cieca , che non trova nemmeno il buco dove infilare i panni ed un paio d studentesse, insomma di Josh nemmeno l’ombra), ed aspettavo che il ciclo finisse, decido di comperarmi un panino nel bar di fronte, vedo la scritta “Panino con prosciutto di parma”. Questa volta non me la fanno…”What there is in the bread??” Il ragazzo sembra non capire e mi scruta con occhi sospettosi, interviene così il collega “Maybe you ask WHAT KIND OF BREAD?”
“Oh yeah, what kind of bread?” “Panino whith prosciutto di parma”
Evabbè allora ditelo, ditelo che il vostro quoziente intellettivo è inferiore a quello di un’ameba.
Ok, accetto speranzosa, ma, 5 min dopo, realizzo con orrore ( una faccia uscita da un film di Argento) che il panino contiene: maionese, senape, pomodorini, insalata, funghi…ed in fine, una fettina smilza e striminzita di prosciutto di parma. Se ripasso da quel bar, la prossima volta richiedo le analisi del sangue e i raggi x di quel fottuto panino.
Ieri invece, tutta felice dopo una lunghissima camminata da Mission Street a Colombo, mi fermo in un negozietto uscito diretto diretto dalla Fabbrica di Cioccolato, entro e vengo immediatamente avvolta da un fragrante profumo di pasticcini, colori sgargianti di croccanti Candies, lecca lecca che privano dei propri sensi, praline, bastoncini di zucchero: e qui lo so che pensate, quella cretina si vuole fare del male, ma invece resisto, e mi compero solo una tavoletta d cacao al 60%, il che non mi sembra grave ,anzi, mi sento come un’eroina uscita indenne dal combattimento con il gigante Golia.
Arrivo alla cassa. La cicciona tutta tatuata che ci sta dietro mi offre un sorriso da 50 denti almeno, e mi dice , che vista la spesa, ho dei pop corn in omaggio!!Wow…la guardo atterrita, ma lascio che mi metta quelle deliziose schifezze coperte di caramello fra le mani. Il mio sorriso da ebete si spegne, ed esco come un automa dal negozio…guardando le vetrine, ed ingoiando uno dopo l’altro quei velenosi palloni bianchi e dorati. Non diventerò uno di loro!Il male non mi sconfiggerà!Huahuahuagrrrrrrrrrrsgrafsgraf!

domenica 26 luglio 2009

Sausalito



26 Luglio 2009



"Quando si arriva in una città nuova non ci sono che strade a perdita d'occhio e file di palazzi privi di senso. Tutto è misterioso, vergine. Un giorno avrei abitato in questa città, percorso le sue strade fin dove lo sguardo si perdeva. Avrei esplorato questi palazzi, vissuto delle storie con questa gente. Vivendola, la città, questa strada l'avrei imboccata dieci,
cento, mille volte. DIECI. CENTO. MILLE VOLTE. Urquinaona. Basta un attimo e tutto questo ci appartiene, perchè ci abbiamo vissuto. Sarebbe successo anche a me, solo che non lo sapevo ancora. Urquinaona. Questo nome dal suono vagamente sioux si andava ad aggiungere alla
lunga lista di parole in origine stravaganti che accumuliamo in qualche angolo del cervello. Urquinaona. Ormai troneggia accanto a catapulta, upupa, decupito, cumulonembo, ulambato, Uma Thurman. È diventato normale e familiare. Un giorno quando sarò tornato a casa, anche la peggior sfiga si tramuterà in un'avventura straordinaria, in virtù del fatto, del meccanismo idiota per cui i giorni più tetri di un viaggio e i momenti più sordidi sono quelli che tendiamo a raccontare con maggior entusiasmo."
L'Appartamento Spagnolo

sabato 25 luglio 2009

colored



25 Luglio 2009

Ho di nuovo dei coinquilini. Fantastico, ho provato a resistere alle loro richieste di andare in un locale a Berkley, ero stanca morta, alle nove sveglia, ma dopo un’ottima cenetta cucinata da Tasha (fantastica quella ragazza), ho ceduto.





Berkley non è così cool come North beach, ma la serata ha superato di gran lunga le aspettative, lasciandomi esausta per la sbronza e con un gran mal di testa. Nel locale cantava Emily, la migliora amica



di Tasha, una voce nera in un corpo bianco, wonderful. Abbiamo iniziato con tequile, birre, tequile, birre, birre e tequile, siamo arrivati a casa ed abbiamo concluso con birre di nuovo, un vortice che mi ha portata diretta nel letto, dopo aver discorso con il mio coinquilino francese(dio non ricordo il nome)e un amico russo so nice (sentire parlare un russo un inglese è veramente te


rribile and fun!)
Anche se volessi non saprei davvero scegliere chi è più simpatico tra tutti loro, qui la gente è sfacciatamente friendly, tanto friendly che a cena non volevano lasciarmi sola in casa “dont worry!I relax myself, I’ll paind, really don’t worry!”
non puoi davvero non sentirti a casa…ah se solo potessi vivere qui!



Questo pomeriggio ho visitato un piccolo eden, con il mio coinquilino francese (prometto che ricorderò il nome…maledetto helzheimer!), siamo andati alla baia, ed abbiamo decisamente smaltito tutte le tossine alchooliche di ieri sera, seriamente parlando, non si ha bisogno di andare in palestra se si vive a San Francisco!



Salite, discese e scale, per finire in un antro dei tesori, dove piante tropicali crescono rigogliose in ogni angolo, fiori dai colori sgargianti, e tanto verde da potersi perdere.
Alla cima di tutto questo svetta la COIT TOWER, letteralmente la torre del coitoJ
La storia narra che la torre fu fatta costruire da una ricchissima lady(che aveva il vezzo di indossare abiti maschili, fumare il sigaro e frequentare “locali da uomini”), in omaggio al pompiereJ che l’aveva salvata dalle fiamme.


WELCOME SF


Sanfrancisco 24 luglio 2009



Solo 18 giorni e mi ricomporrò, sino a diventare un intero.
Sanfrancisco is wonderful! La solita entusiasta di tutto?forse, ma un luogo che già dall’autobus vedi e pensi :”Eccomi, sono arrivata a casa”.
Marco e Natasha sono venuti a prendermi alla fermata, so nice people, ospitalità fatte a persona. Stanca dopo 13 ore di bus, in cui ho involontariamente “molestato” un 21enne con la mia mancata padronanza della lingua … god. Il ragazzo, mio vicino di sedile mi chiede se può telefonare al padre con il mio telefono, e per farlo mi sveglia, io, rincoglionita dal sonno lo guardo male, lui insiste più volte, io credo mi voglia chiedere il numero di telefono, lo guardo sempre più male, lui continua ad insistere e penso, beh perché no, dopotutto è simpatico e non conosco nessuno in città, scazzata gli porgo il telefono e gli dico, fatti uno squillo così ti rimane il mio numero. Lui mi guarda male, tra l’incredulo ed il turbato : “Do you want my telephone number???”
Oh cazzo che figura di merda!No!sorry sorry sorry! I was sleeping and I didn’t understand!
Vabbè lasciamo perdere.
Torniamo piuttosto alla mia casina. Mio dio, se avessi dovuto scegliere non avrei saputo trovare casa migliore. Arredata da Natasha, una sorta di wonderland, un chaos di buon gusto, una vera vera home, oserei dire quasi meglio di casa agnelli…ok, meglio di casa agnelli!(Non lo credevo possibile).




Dalla finestra della mia camera posso vedere Lombard Street, una delle mete che si prefiggono i turisti quando visitano la città (avete presente quella strada tutte curve che vi fanno vedere al liceo quando studiate gli Usa?).
Looooove this city;)

Travelling to SF


California 23 luglio 2009



What is in and what is out.
Iniziamo dall’”out”, non mangiate, ripeto non mangiate nei fast food, non fatevi ingannare ne dal rivoltante odore di Mac Donald (per alcuni sopraffino), ne dal delizioso ed inebriante profumo delle frittelle alla homer ,o delle trecce salate, così fragranti … e nemmeno dalle innocue insalate, si, guardatevi soprattutto da quelle!...ve le serviranno letteralmente piene di salse, dai colori che nemmeno potevate immaginare avesse un alimento commestibile. E voi, che ingenui volevate mangiare sano, vi ritroverete nel giro di una settimana grassi come…come…beh, grassi e basta! Se la linea non è un vostro problema, passiamo allora pure all “In”.

“In”, a differenza di come mi ha detto la maggior parte della gente, è l’autobus, viaggiate in autobus, magari non scegliete un viaggio di 14 ore come il mio (sigh), ma se siete appena arrivati negli stati uniti e non conoscete nessuno l’autobus è il miglior mezzo per comunicare, vedere il panorama e farsi dei nuovi amici (greyhound, con 63dollari tratta Lasvegas-Sanfrancisco) …in aereo avete un solo vicino di sedile, in autobus almeno 7 o 8, beh, questo è quello che è capitato a me…e più passano le ore più ho vicini di posto…tutti che chiedono da dove vengo, cosa si fa in italia, come sono gli italiani, clima, cazzi e mazzi vari, perdonate il francesismo. Mi sono rifugiata un attimo a scrivere, in quanto la piacevole conversazione si stava trasformando in terzo grado, ed in quanto la metà dei miei nuovi gentili “amici” mi hanno rifilato bigliettini dicendo che sono sweet, nice, che vorrebbero essere miei “amici”, allegando, come di consuetudine, il numero di telefono.
Il viaggio è lungo, mi mettò “Walk the line”, il mio primo american film (di cui non capirò assolutamente niente), sulla vita di Johnny Cash, regalo che Brett mi ha fatto prima di partire.

A proposito di Brett, il “grande” amico di Mel e Igi: serata incantevole, incantevole davvero, niente di particolare, un paio di birre ed un sacco di dvd su Pink Floyd, J.Cash ed un musical sixties di cui non ricordo il nome.
Una bella casa, tappezzata di poster di band musicali, una collezione di chitarre (che il big amico suona con grande maestria) e Jimi Hendrix enorme campeggiava sulla parete e sulla t-shirt indossata da Brett.
Mi ha illustrato il suo angolo americano, il suo punto di vista americano, e, mentre Dam scodinzolante mi attaccava mordendomi e leccandomi, siamo passati a parlare dai soldi, ai liberali e democratici, a Sharon Tate (di cui ha una gigantesca foto di fianco alla cucina: ha un espressione vagamente malinconica, quasi avesse presagito quello che le sarebbe successo), e ad un sacco di cose “Americane”.
“For Americans everything has to be fast, quick, everithing, also the culture”
“L’italia è un paese vecchio”
“And america is too young”
Brett va Avanti a shot di brandy, quell’uomo beve come …un uomo…che beve come …un marinaio, ma di quelli old school. Insomma il ragazzo HA UN PROBLEMA CON L’ALCHOOL.

Last in vegas



Las vegas 22 luglio 2007


“Poi non ci rimane più niente, più niente, non ci conviene rincorrere con tutte le nostre forze successo, soldi, fama, diventa anche un lavoro stressante…guarda Lindi, nasciamo con un cazzo e moriamo con un cazzo…”
Esordisce Igi sul bordo della piscina. Ed ha ragione, la maggior parte di noi rincorre qualcosa che in un centinaio di anni si “autodistruggerà”…Quello che lasciamo è qualcosa di ben più importante, quello per cui il mondo si ricorderà di noi. E bravo chi lo capisce questo stupido ma complicatissimo concetto. Eh si, è insito nella natura dell’uomo scavalcare, saltare affannosamente per raggiungere qualcosa, che poi, se non riesce ad ottenere, si giustifica dicendo che la cosa dopotutto non era cio che voleva, non era importante, come la volpe con l’uva.
La bravura invece sta nel riconoscere prima cosa cercare, cosa rende felice l’essenza di un uomo, un bianconiglio, un punto in fondo alla via, uno scopo che renda meno insopportabile un esistenza insensata e di cui nessuno ha mai dato una spiegazione plausibile.


E adesso smettiamola di filosofeggiare stronzate e passiamo ai fatti…
Ieri si è fatto un po’ di serio shopping, beh, serio non proprio: ho finalmente comperato il peluches con cui dovrò passare le mie notti solitarie(sigh), ma non un peluches qualunque: il negozio non ti vende un pupazzo, ma bensi una storia, un essere quasi vivente. Scegli il “modello”, nel mio caso un cavallo (J), prendi la copia dell’esemplare vuota, vai dalla commessa che ti riempie l’animaletto di gommapiuma, lo cuce, ma prima di concludere questa operazione ti fa infilare un cuoricino rosso di stoffa (senza dimenticarti di baciarlo ed esprimere un desiderio) all’interno della bestiola. Completa la cucitura e ti fa compilare una scheda sul pc con tutti i dati anagrafici del tuo nuovo amico (lo so non ho più speranze).
Si chiama Stinky (puzzolente), sostituito con l’iniziale Cheesy (pacchiano+stupido), in quanto richiamava troppo il formaggio, ed in quanto stinky sia più demenziale.
Tutta contenta come una bambina con problemi cerebrali … la gente non sa veramente più cosa inventarsi…



La sera, Meli ed Igi hanno organizzato una barbecue (come quelli che si vedono nei film, troppo cool), invitando i colleghi di lavoro di Meli, una decina di nice boys and girls che parlavano una lingua a me incomprensibile, sapevo che quel momento sarebbe arrivato: WELCOME TO AMERICA! WE LLLOVE AMERICAns!
Non posso dire di non aver compreso niente, il concetto mi era chiaro, ma il disagio di quando non si capisce una lingua è terribile! Puoi essere la persona più attacca bottone del mondo ma se non comprendi fino in fondo ironia, modi di dire, ti limiti ad osservare tutti con un aria da ebete, ed annuisci…anche se non hai capito una mazza di quello che hanno appena detto. Igi mi si avvicina e con un sorriso mi dice di stare tranquilla, che mi ci vorranno tre settimane circa e poi finalmente tutto sarà più chiaro … beh, lo spero bene.



Oggi “ballo da sola”.
Igi e Meli sono dovuti partire per un viaggio di lavoro a Chicago, così per l’ultima mia notte a Las, verrò ospitata da Brett, il capo di Meli, un simpatico tipo grande quanto un armadio, e dal suo cane, uno spauracchietto nero tutto spettinato, Dum.

martedì 21 luglio 2009

LAS


Las Vegas 23:20 lunedì 20 luglio 2009


Essere Liberi. Sono certa che se solo volessi potrei usare solo la metà delle cosa contenute nella mia valigia. Anche meno della metà. Purtroppo sono ancorata a questi fottutissimi beni materiali. Liberarmene piano piano, ecco quello che devo imparare a fare. Lentamente.

Vegas è uno specchio per allodole, un grazioso insulto alla cultura. Un americano che sputa in faccia ad un europeo ed esclama : “Vedi? tutto quello che tu hai edificato in millenni io l’ho costruito in un centinaio d’anni, ed i tuoi templi si sono trasformati nei miei bordelli”. Tutto questo è logicamente pura descrizione leggermente soggettiva e priva di filtro.
Per un pubblico più vasto Vegas è semplicemente una pailette nel deserto, inizialmente utilizzata dalla mafia newyorkese per seppellirvi cadaveri, fu edificata a partire dal 1920 :il progetto dell'immensa diga Hoover (Hoover Dam, visitata dalla sottoscritta questo pomeriggio) era destinato a fornire in breve tempo alla città lavoro e un insperato sviluppo, oltre ad abbondanza d'acqua e di energia nel lungo periodo. Nel 1931 lo stato del Nevada legalizzò il gioco d'azzardo : costruzione del primo grande casinò sullo Strip, El Rancho.



Vegas scorre tutta in una via ,non si contano luci e megalomanie architettoniche. Ogni 30 minuti all’esterno dei principali hotel (bellagio fra tutti)si possono vedere spettacoli quali giochi d’acqua a tempo di musica classica, eruzioni vulcaniche e sexy piratesse che combattono con sexy pirati.
A proposito di sexy, mentre scrivo ho vicino a me un mazzetto di carte ognuna delle quali mostra dolci signorine discinte con tanto di numero di telefono: la prostituzione è legale e favorita:) mentre cammini per strada sei praticamente sommerso da queste card, da collezione! e che puoi scambiare con tutti i tuoi amichetti!!!

Questa sera sono acida.La smetto di scrivere ,sarà il ciclo mestruale+il fuso orario. Igi mi ha detto che mi ci vorrà una settimana per smaltirlo(il fuso orario,intendo)…francamente non vedo l’ora di arrivare a Sanfrancisco, stabilirmi in una bella casa, dormire in un letto che non cambierò per almeno (quasi)3 mesi (e non come faccio ormai da mesi, un letto diverso ogni 3 giorni che francamente mi ha vagamente ridotto i c*** in poltiglia) e comperare un peluches che vada a sostituire almeno in parte le tutte le coccole che mi sto perdendo…(Linda datti al cioccolato).

travelling-hight


Aeroporto di Francoforte ore 7:36 19 luglio 2009


Ricatapultata nella parte pulsante della vita. La condizione a me favorita. Quella stancante e meravigliosa del viaggiatore.
Caricata all’aeroporto dall’amico Pillolone, scopro, con grande sconforto del mio “breve” compagno di viaggio, che l’aeroporto da me economicamente scelto si trova in un'altra Francoforte, a 130 km da quell’altra, quella grande, quella di Heidi. Friedrich (il Pillolone, nome calzante a pennello scelto dal mio fidanzato, per rendere l’idea della mole e dell’andatura del noioso tedesco che tanto gentilmente ha provveduto ad acquistare il mio biglietto per gli Usa) ha un espressione stanca e spossata, e la mia paura che in realtà sia un maniaco sessuale e che mi stia per portare in qualche campo sperduto della Germania per approfittare bassamente di me aumenta di km in km. Fortunatamente Pillolone rispetta il nome che gli è stato appioppato, e non muove un muscolo, anzi, rimane zitto per tutto il viaggio, mi offre un caffè (di cui avverto ancora le dolenti piaghe sul palato in quanto impegnata a finire tutto d’un sorso l’orripilante beverone pur di non dover parlare con lui…che di parole non ne ha…) in una stazione di servizio, si lamenta del fatto che in Germania le autostrade siano gratuite, e che quindi i turisti non le paghino (ma a lui che cippa gliene frega?!?), mi delude per l’ennesima volta rispondendo alla mie domande fatte tanto per parlare di qualcosa: no, non sa chi siano i Green Day, no, non ha visto “The terminal” con Tom Hanks, e no, non sa proprio chi sia questo Stanley Kubrick, lui non ha tempo per queste cose. Io gli rispondo che allora sarebbe bello che si suicidasse perché lui e quelli come lui sono inutili a questo mondo. Ovviamente non dico nulla di tutto ciò. Lo guardo e sorrido da ebete.
Pillolone Mi accompagna ai terminal e mi ammonisce sui bagagli a mano dicendo che non mi avrebbero fatto portare la borsa, di nasconderla assolutamente nella valigia, cosa che poi uno steward della compagnia smentirà immediatamente. E cretino Pillolone. Che finalmente mi lascia sola, liquidato da un regalaccio del cavolo acquistato un ora prima all’aeroporto. Col sorriso, felice se ne va.

Galeotto il messaggio del mio amor, che mi chiede se sono arrivata, per rendermi conto che non ho soldi per rispondergli, vedo uno steward indiano, il quale gentilmente si offre di accompagnarmi ad acquistare una scheda per poterlo chiamare, e, visto che sono destinata a passare la notte sveglia in quella città delle partenze, si offre anche di farmi da gentil guida all’interno dell’aeroporto. Un po’ il Tom Hanks della situazione mi ci sento. Prendiamo un fantasmagorico treno sospeso nel nulla per arrivare al terminal 2, e chiacchieriamo davanti ad un caffè caldo e terribile (non mi disabituerò mai all’espresso).
L’indiano dallo strano nome mi illustra il proprio lavoro come fosse il più bello del mondo, il che porta me ad invidiarlo addirittura un pochino. Il sonno mi sta trivellando le palpebre, decido di tornare nei pressi del mio check in e dormire un’oretta, si sono fatte le 6:30 del mattino, al mio risveglio, il collega dell’indiano, indiano pure lui, mi avverte che il volo è 2 ore in ritardo, come magra consolazione si offre di farmi saltare la coda al check in (dove una stronzetta crucca sostiene che il mio soggiorno è più di 90 giorni, e che quindi devo cambiare il biglietto, fortunatamente la maledetta alemanna si rende conto di non saper contare, e si scusa umilmente con la sottoscritta che nel frattempo ha avuto 3 attacchi cardiaci…) e, farmi viaggiare comoda comoda in prima classe con un biglietto di seconda. Eh si, mentre scrivo questo un sorriso sornione è stampato sulle mie labbra. Ah…a questo punto, non vedo l’ora di cadere fra le braccia di morfeo…peccato che al volo manchino ancora 4 ore. Grrrrrrrrrrrrr

Ritiro il mio entusiasmo, i sedili di prima classe sono scomodi quanto i secondi. Non ho praticamente chiuso occhio, ho ingurgitato cibo pessimo e sn stata ammorbata di parole dal mio vicino di poltrona, un medico russo residente a Las Vegas, Frank, la persona più logorroica che abbia mai ascoltato … cibo pessimo ed un atterraggio con i fiocchi, fermata dagli agenti in quanto sprovvista di indirizzo di destinazione (quello di Igi).
Fortunatamente rilasciata, dopo i commenti ironici fatti da un agente che somigliava a Schwarznegger sulla quantità di valigie portate, sul fatto che sembrassi barbie, e sul fatto (cosa che mi rode ammettere) che il mio inglese fosse letteralmente pessimo…beh...almeno i miei capelli non erano giallo polenta come i suoi.

lunedì 20 luglio 2009

BEGINNING

Aereoporto Orio al Serio Sabato 18 luglio 2009

Noiosa luce del neon. Sedute in ferro. Ed io ricomincio a viaggiare, e scrivere. Mi è ancora consentito. Delle ragazze nordiche dietro di me si dilettano in stupidi giochi per passare il tempo. Fanno ruotare una trottola di legno, lanciano palline da giocoliere. Il mio cuore rimbalza nello stomaco. Ho lasciato la persona che amo di più al mondo. E con me ho trascinato un pezzo del suo cuore, venti giorni, solo circa venti giorni e tornerà a Sanfrancisco a riprenderselo.

Mia madre trattiene a stento le lacrime, mentre mio padre esprime il suo stato di angoscia e preoccupazione facendo lo scemo più del solito, grida, parla in dialetto bergamasco, e francamente il suo umorismo genuino fa ridere anche me.

Ho chiuso un capitolo della mia vita, che ha avuto strascichi che non avrebbe dovuto avere. Sarei dovuta partire ad ottobre, fresca di laurea con un ingenua sete di mondo, molto probabilmente non avrei dovuto conoscere X, probabilmente non avrei dovuto smaliziarmi e crescere sino a quel punto, non avrei dovuto superare il limite. Per la prima volta nella mia vita desidererei ci fosse stata maggior rettitudine. Si, rettitudine è la parola esatta.
Ma una bambina di nove anni che con la miglior amichetta parla del proprio futuro come ad una distesa di spacchi, uomini e sigarette forse non è predisposta a molta rettitudine e castità.
Il candore non è candeggina, una volta smarrito non è più reperibile. Quindi bando a malinconie e rimproveri, niente tabula rasa. si impara dagli errori, e si cerca di recuperare la strada perduta, io l'ho recuperata. Non più vane aspettative; promesse evanescenti. Bolle di sapone. Ricomincio con due soldi in tasca, un amore vero dall'altra parte del mondo ed una città tutta da spogliare.